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Il mare da vedere

Corvo 2.2 kg.

 
 

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                              Il corvo che faceva il cerniotto...                             

"Allora Marco...Cosa facciamo, si và o no?!?" E' la voce di Massimo. Gli avevo detto che avrei visto le previsioni per il ponte della Befana per una eventuale scappata in Corsica.

In effetti dopo un 2010 avaro di prede, la voglia di catture di pregio è aumentata a dismisura, e la cura è: la Corsica!!!

Decidiamo di partire senza mezzo nautico, vista la stagione , e visto la zona che andremo a battere, straconosciuta sotto tutti i profili: unico neo il fatto che dovremo trasformarci, per i trasferimenti a mare, in provetti alpinisti, dato che le zone migliori non sono facilmente accessibili da terra, anche perchè se lo fossero il mare che le bagna non sarebbe cosi' ricco di prede.

Il meteo dovrebbe essere favorevole: i primi due tre giorni di grecale, poi girata a libeccio e due giorni di scirocco, con mare poco mosso o quasi calmo.

In effetti per i primi giorni di pesce ne gira veramente poco: vuoi per il mare che si mantiene calmo ed anche per l'acqua che è maledettamente fredda!

Le catture sono sporadiche ed i carnieri formati da pochi pezzi di pesce bianco, in prevalenza saraghi, con scarsi se non nulli avvistamenti di altre specie pregiate, ma non demordiamo. Ce la prendiamo comoda al mattino visto che in giro non si vedono praticamente altri pescatori, a parte una opel corsa targa italiana che come noi si posteggia nei lati del precipizio, e gli occupanti scendono tra le rocce e la macchia mediterranea come cinghiali in cerca di tuberi: ma il nostro obiettivo è il mare!!!

Solitamente servono una ventina di minuti di cammino per raggiungerlo: cosa che risulta non faticosa al mattino ed in discesa, quando si è belli carichi, ma che al ritorno, in salita, e con la fatica e qualche pesce addosso, si rivela tremendamente tragica, specialmente negli ultimi tratti di percorso.

Battiamo tutte le quote per non tralasciare possibilità di cattura, ma la fascia più popolata è quella entro i primi quindici metri: i dentici non si fanno vedere e le corvine sono presenti con pochi sporadici piccoli pezzi, da lasciare crescere. Il terzo giorno ho un piccolo acuto: catturo un'orata da chilo in tana, vista dalla superficie che mangiava in parete. Dopo avere fatto un agguato alla base del un canalone che portava al pesce, lo cerco visivamente ma non riesco ad individuarlo: era poco più su che mi aspettava, e dopo avermi visto invece di prendere la via di fuga si infila sotto al massone che pareva messo apposta all'inizio della discesa. Il tiro non ha storia: il pesce è messo di muso in penombra e sembra aspettare la fine...

Dopo tre giorni di freddo e poco pesce il vento gira: libeccio!!!

Le nostre battute iniziavano sempre con la constatazione visiva dello stato del mare e quel giorno una bella schiuma con onda lunga ci accoglieva già dal mattino: la decisione viene presa in un attimo: si và al Muflone!!!

Questo è il nome di un sentiero che i cacciatori Corsi hanno dato ad una via che porta al mare, e parte dalla strada che costeggia quello che per noi è uno dei motivi di vita: il mare Corso!!! Il nome è azzeccatissimo: si scende tra le pietre e gli arbusti come le capre, seguendo i mucchietti di pietre lasciati come traccia per non ritrovarsi in vie di non ritorno con rovi ed arbusti da tutte le parti...

Arrivati in fondo ci rendiamo conto che il mare è veramente quello giusto: la schiuma è ovunque nel sottocosta, ma nel modo giusto, quello che ti consente di pescare agevolmente e nello stesso tempo di sperare nella cattura con la "C" maiuscola. La sensazione viene rafforzata una volta entrati in acqua: la mangianza è presente in abbondanza e da ogni anfratto escono fuori sprizzi vitali sotto forma di pesci e pescetti che cercano di riempire la pancia.

Da parte mia comincio la battuta con l'agguato di superficie, favorito dal sole momentaneamente alle mie spalle, ma la risacca insistente mi consiglia di cambiare tattica. Dopo poco riesco con un po di contorcimenti a catturare un discreto sarago che si era intanato sotto una lastra in pochi metri d'acqua: infilare il 115 nel buco scaricato alla prima tacca non è stato semplice, ma la lunga discesa mi aveva suggerito di lasciare in auto il settantacinque, e cosi' riesco a portare a termine l'azione di pesca.

Messo il sarago a cavetto mi dirigo verso la fine della franata di massi che muore sui quindici metri, ed è qui che dopo vari aspetti vedo i primi dentici, tutti solitari, e per nulla amichevoli...Lasciamo perdere, oggi non verranno a tiro... Ed invece mi sbagliavo, visto che dopo vari agguati ed aspetti, un esemplare mi punta deciso in soli nove metri d'acqua e che riesco a sbagliare clamorosamente, nonostante lo avessi tirato prima che si girasse...forse dovevo aspettare...

Catturo altri saraghi all'agguato, ed è dopo uno di questi agguati che sotto un massone, che dalla superficie arrivava a sei sette metri formando un tettuccio di roccia, vedo un pesce che a prima vista sembra una cerniotta di qualche chilo...Non è una cernia ma un corvo esagerato!!!

Mi trascino con la mano sinistra verso di lui, con l'arbalete in direzione, e vedo che mi ha percepito e si muove, viene lentamente verso di me, ma poi ad un certo punto sparisce all'improvviso dietro una schiena di roccia ...Il cervello comincia ad elaborare le possibili soluzioni di cattura. Decido di portarmi in alto, sicuro che il pesce non può sentirmi, ma cosi' io posso avere una visuale ampia, che mi permette di portare a buon fine la cattura, dopo averlo individuato che faceva capolino alla fine della cresta di roccia dove si era infilato!

Il tiro non ha storia ed il recupero è facile. La battuta si concluderà con la cattura di un altro corvo più piccolo e di altri saraghi, che visti i risultati dei giorni precedenti, saranno una soddisfazione sia mentale che culinaria!

Insomma un risultato positivo dopo vari giorni di semicappotti che eleva la Corsica a Hot Spot di rango!!!



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